Il confucianesimo by Tiziana Lippiello

Il confucianesimo by Tiziana Lippiello

autore:Tiziana Lippiello [Lippiello, Tiziana]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, Eastern, Religion, Confucianism
ISBN: 9788815130624
Google: xiSBPgAACAAJ
editore: il Mulino
pubblicato: 2009-09-14T22:00:00+00:00


Confucio e la morte

In Cina l’evento della morte non fu percepito come un’esperienza traumatica e incomprensibile, bensì come un’inevitabile e transeunte fase dell’esistenza. Fin dall’età neolitica (X-III millennio a.C.) gran parte dell’attività religiosa si sviluppò attorno ai defunti. I morti, nella veste spiritualizzata di antenati, divennero oggetto di culto e devozione: riti funerari e pratiche di inumazione erano tesi a stabilire una comunicazione con il defunto e ad assicurare la continuazione della sua vita nell’oltretomba. Pertanto, tutta la complessa fase rituale, che iniziava al momento della morte e continuava per tutto il periodo di lutto (tre anni secondo Confucio), e le sofisticate tecniche di sepoltura e di cura per la salma si configuravano come interventi tesi a restituire al defunto una nuova identità nel mondo dei morti, riconducendolo nel suo habitat naturale, la terra. Egli entrava in questa dimensione provvisto dei suoi effetti personali, e seguito dai suoi «compagni di vita» (servitori, concubine, animali domestici…), inumati, realmente o simbolicamente, al suo fianco, nella sua tomba. Le Memorie sui riti descrivono con dovizia di particolari tutte le varie fasi della ritualità legata alla morte, il cui fine ultimo era condurre il morto in una dimensione ultraterrena speculare e complementare alla vita. La morte era infatti percepita come l’inizio di una nuova esistenza.

I confuciani non considerarono la morte un mistero. Secondo Confucio e i suoi seguaci doveva essere il coronamento di una vita condotta virtuosamente, l’ineluttabile fine di un percorso naturale. Per comprendere e dare un senso compiuto alla propria vita, era quindi necessario saper cogliere al meglio il senso dell’esistenza umana, glorificandola con la rettitudine, la benevolenza, la proprietà dei gesti e delle azioni. Quando un discepolo lo interrogò sul significato della morte, Confucio rispose che prima di interrogarsi sulla morte avrebbe dovuto comprendere il valore della vita. Similmente, prima di interrogarsi su numi e spiriti, avrebbe dovuto comprendere appieno la condizione umana. Morte e vita nell’aldilà sono necessarie fasi dell’esistenza umana, si susseguono naturalmente come le stagioni, tuttavia l’uomo si deve occupare soltanto della sua condotta retta e virtuosa. Ai propri cari defunti l’individuo riservi tutte le cure necessarie esattamente come quando sono in vita:

Il Maestro disse: «Quando suo padre è in vita, si osservino i suoi intenti, e defunto, si osservi la sua condotta: se per tre anni non abbandona la Via del padre, potrà essere considerato filiale» (Lunyu, I,7).



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